Corpi, eros e politica: la pittura radicale di Yisrael

Tre anni fa, sulle pagine di TOH! Magazine, avevamo già incontrato Yisrael: un artista che aveva scelto di abbandonare la legge per consegnarsi totalmente alla pittura, trasformando il corpo e l’intimità in materia viva di ricerca. Oggi lo ritroviamo in un tempo diverso, attraversato da ferite collettive e da un’urgenza espressiva che non ammette più censure.

La pittura di Yisrael si è spinta oltre, diventando radicalmente erotica, esplicita, vulnerabile. Ma non si tratta solo di rappresentare corpi: ogni tela è un habitat in cui vivere e riconoscersi, un ambiente che ci invita a sperimentare nuove forme di intimità e di libertà. In un’epoca dominata da immagini veloci e digitali, Yisrael dipinge lentamente, stratificando il tempo e le emozioni, opponendo alla velocità dell’istantaneo la densità del tocco.

Questa intervista con Yisrael è un viaggio dentro la sua pratica: tra eros e politica, desiderio e resistenza, Tel Aviv e la memoria del trauma, in cui la pittura diventa ancora una volta gesto necessario per restare vivi, qui e ora.

Yisrael Dror Hemed, A Picnic, 2024, oil on linen, 160 × 120 cm

Sono passati tre anni dalla nostra ultima conversazione con TOH! Magazine. Cosa è cambiato per te — sia professionalmente che personalmente — da allora a oggi?

In seguito agli eventi infernali del 7 ottobre, tutto è cambiato completamente. Quei fatti hanno toccato la vita di tutti, compresa la mia, sia sul piano personale che professionale. La sensazione era che la vita stessa fosse appesa a un filo e che le cose non fatte oggi forse non sarebbero mai state fatte. Per me questo ha abbattuto ogni barriera artistica.

Ho deciso di immergermi completamente nella pittura, senza più alcuna autocensura. Molte persone hanno perso la vita, i loro sogni e le loro speranze sono rimasti irrealizzati, e io ho pensato che fosse arrivato il momento di esprimermi nel modo più libero possibile.

Ho trasferito il mio studio a Tel Aviv e ho iniziato a ritrarre intimamente la comunità gay della città. I soggetti della mia pittura sono diventati l’intimità maschile, drag queen e persone trans nude, incontri erotici e, in generale, la sessualità esplicita.

Yisrael Dror Hemed, At the Concert, 2024, Oil on linen, 110 x 110 cm

Passare dal diritto alla pittura era già stato un cambiamento radicale. Come si è evoluto nel tempo il tuo rapporto emotivo con quella scelta?

Passare dalla legge alla pittura a tempo pieno ha significato rinunciare a una sicurezza economica, cosa da tenere in considerazione quando si sceglie di diventare artista. Tuttavia, sono ancora profondamente convinto di aver fatto la scelta giusta. In effetti, l’idea di quello che si potrebbe definire un “sacrificio” non scompare mai del tutto: le persone con cui ho studiato diritto stanno avanzando nelle loro carriere e costruendo famiglie. Ma so che non scambierei mai la mia vita con la loro. Ognuno dovrebbe vivere secondo la propria vocazione.

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Yisrael Dror Hemed, Friends, 2024, Oil on linen, 120 x 160 cm

I tuoi ritratti nascono ancora spesso da incontri casuali per strada. Il tuo modo di approcciare gli sconosciuti — e l’intimità di quelle prime conversazioni — è cambiato con il tempo?

Nel complesso, il mio modo di avvicinare le persone per strada non è cambiato molto, ma lo faccio meno di prima. Ora la maggior parte dei miei quadri si basa su immagini di amici che posano per me o di persone che generosamente si propongono da sole come modelli. Ultimamente alcuni lo fanno persino dall’estero, e creiamo insieme immagini che poi dipingo grazie alle moderne telecomunicazioni. Di conseguenza, il numero di ritratti basati su incontri casuali per strada è purtroppo diminuito notevolmente.

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Yisrael Dror Hemed, Friendship, 2024, Oil on linen, 160 x 120 cm

Nell’epoca delle immagini digitali senza fine, il tuo lavoro sembra una ribellione silenziosa. La tua idea di “preservare l’effimero” è cambiata da quando hai iniziato?

Il momento fugace è più difficile da catturare con la pittura quando si raffigurano scene erotiche. Le immagini digitali, e ancor più i video, sembrano avere un vantaggio intrinseco: sono nitidi, chiari e vividi. Ma credo che l’immagine dipinta offra qualcosa che la tecnologia moderna non può dare: attraverso il lungo processo dell’applicazione del colore sulla tela, l’attimo fugace acquista profondità e stratificazione, trasmettendo una sensibilità emotiva ed estetica più profonda, grazie alle capacità concettuali e visive del pittore.

Yisrael Dror Hemed, Getting Dressed, 2024, Oil on linen, 160 x 120 cm

Hai spesso parlato della carica erotica tra artista e modello. Come gestisci quello spazio oggi, rispetto a quando hai iniziato a dipingere?

Come ho già accennato, i miei dipinti stanno diventando sempre più erotici, e la carica erotica in essi è cresciuta nel tempo, mostrando uomini, e più recentemente anche nudi femminili e fiori. Le immagini sessuali sono diventate molto più esplicite e includono nudità frontale e intimità sessuale.

Quando mi dipingo insieme al mio partner, la carica erotica è evidente e autoesplicativa. Ma quando fotografo modelli che eseguono scene erotiche da trasformare in dipinto, pur essendo consapevole della tensione sessuale nell’aria, il mio ruolo resta quello di un osservatore esterno, concentrato su colore, luce e composizione.

L’erotismo diventa più presente durante il processo pittorico stesso, quando guardo contemporaneamente l’immagine fotografata e la tela che sto dipingendo. È lì che si forma un rapporto completamente intimo con il soggetto.

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Yisrael Dror Hemed, Having a Bath, 2025, Oil on linen, 160 x 120 cm

La tua pratica bilancia realismo figurativo e intimità. Senti che questo equilibrio oggi si stia spostando in una nuova direzione?

Sento che la mia comprensione di entrambi si approfondisce col tempo e che si alimentano reciprocamente. Lo stile figurativo nutre visivamente l’intimità, mentre le emozioni intime si esprimono attraverso le pennellate. L’equilibrio tra i due è sempre presente e contribuisce allo sviluppo della mia pittura, in modi che a volte comprendo solo a posteriori.

Yisrael Dror Hemed, In the Miror, 2025, Oil on Looking Glass, 32 x 23 cm

La materialità del tuo lavoro — olio su lino grezzo, juta, sfumature delicate — crea una presenza tattile. Hai sperimentato recentemente nuove texture o superfici?

La pittura a olio su lino è sempre stata il mio medium preferito, e questo non è cambiato. Amo la sua texture e la sua tangibilità. Tuttavia, sono sempre aperto a nuove sfide con superfici diverse. Dopo aver dipinto con olii su una parete della Biblioteca Municipale, di recente un amico mi ha chiesto di dipingere un ritratto su uno specchio, lasciando lo spazio intorno alla figura scoperto. Applicare l’olio su una superficie simile richiede un approccio diverso affinché il colore aderisca, ma il risultato è stato unico: lo spettatore può vedersi riflesso accanto alla figura dipinta.

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Yisrael Dror Hemed, Inner Space, 2025, Oil on linen, 170 x 130 cm

Nel 2022 hai riflettuto sulla mascolinità del XXI secolo. Tre anni dopo, quali nuovi strati o contraddizioni hai scoperto in questa esplorazione?

Non essendo sociologo, posso solo dare il mio punto di vista artistico sulla mascolinità che mi circonda oggi. La percepisco in continua espansione. Incontro forme sempre più varie: ho visto, ad esempio, uno stilista indossare una collana di perle che ricordava lo stile di Jacqueline Kennedy, oppure ho dipinto una drag queen in parrucca bionda sdraiata sul divano del mio studio, o ancora un modello transgender maschile che ha posato per me. Tutti loro mi ispirano a mostrare quanto vario e bello possa essere il nostro mondo.

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Yisrael Dror Hemed, Jerome and Peppe, 2024, Oil on linen, 90 x 70 cm

Conversazioni globali come #MeToo e Black Lives Matter ti influenzavano già allora. Quali movimenti o cambiamenti socio-politici stanno plasmando oggi il tuo lavoro?

Purtroppo, in relazione alla mia risposta precedente, il mondo negli ultimi anni è diventato sempre più conservatore, anche qui in Israele. Credo che la mia arte sia diventata più esplicita e diretta proprio per affrontare questi cambiamenti politici. Vedo i miei quadri come una cartina di tornasole dell’esistenza del liberalismo nella società in cui viviamo. In un certo senso, potrei dire che i miei dipinti erotici sono anche una dichiarazione politica, un invito all’amore e al calore umano, a prescindere da nazionalità, religione o colore della pelle, con la speranza che un giorno non ci sia più sofferenza in questo mondo.

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Yisrael Dror Hemed, Just the two, 2024, Oil on linen, 90 x 70 cm

Secondo te, cosa rende oggi un ritratto “degno dello sforzo”? Questa soglia è cambiata per te?

Credo che, a priori, quando un dipinto è significativo per me, ciò basta già a renderlo degno dello sforzo. Di solito so in anticipo che sarò soddisfatto del risultato quando sono davvero entusiasta e impaziente di iniziare a dipingere, subito dopo aver scattato l’immagine. Dal momento che oggi sento di spingermi un po’ oltre i limiti, per così dire, penso di poter dire che anche la mia soglia si è spostata di conseguenza.

Yisrael Dror Hemed, Reading a Book, 2024, Oil on linen, 100 x 110 cm

La musica — dal pop anni ’60–’80 all’Eurovision — aveva un ruolo nel tuo processo creativo. La colonna sonora del tuo studio è cambiata, e come influisce sulle tue pennellate?

Ascolto un po’ di più brani recenti (come Yamore o La La La, per citarne alcuni), ma in generale i miei gusti musicali e la playlist in studio restano più o meno gli stessi. Tuttavia, li ascolto soprattutto durante le pause. Ho scoperto ultimamente di aver bisogno di essere completamente concentrato quando ho un pennello in mano.

Yisrael Dror Hemed, Red Gloves, 2023, Oil on linen, 140 x 90 cm

In passato hai realizzato un libro d’artista di collage che univa ritagli di riviste e Michelangelo. Stai ancora esplorando questo tipo di stratificazione visiva parallelamente alla pittura?

Quanto vorrei tornare a fare collage… Ma è un’arte che richiede una certa destrezza: tagliare con le forbici le parti delle riviste e incollarle tutte insieme in modo perfetto, per creare un’illusione di realtà. Per ora mi accontento di realizzare le mie idee con modelli dal vivo, location reali e oggetti esistenti. Anche i miei dipinti sono stratificati, ma solo attraverso il colore.

Yisrael
Yisrael Dror Hemed, Regina Geonge at the Studio, 2024, Oil on linen, 120 X 160 cm

La pandemia ha influenzato il tuo modo di dipingere, spesso riportandoti a autoritratti o persone a te vicine. Come si è evoluto da allora il tuo rapporto con l’autorappresentazione?

In realtà, dalla pandemia non ho più dipinto alcun autoritratto, anche se ora intendo farne uno. Oggi mi accorgo di guardare oltre la mia stessa immagine. Penso che la situazione attuale ci spinga a cercare connessioni sociali, dialoghi, collaborazioni, a uscire dalla nostra pelle. Dipingere altre persone mi permette di entrare in contatto con gli altri e di trovare conforto in questi incontri.

Yisrael Dror Hemed, Tenderness, 2024, Oil on linen, 110 x 75 cm

Vivi e lavori tra Netanya e Tel Aviv. La luce, i corpi o le narrazioni di questi luoghi sono cambiati per te artisticamente negli ultimi anni?

Netanya e Tel Aviv non sono troppo lontane, e le amo entrambe, ma si può dire che abbiano atmosfere diverse. L’apertura e il liberalismo di Tel Aviv attraggono giovani da tutto il Paese e conferiscono alla città le sue caratteristiche speciali, che hanno influenzato i miei lavori più intimi sugli uomini. Non sono sicuro che avrei potuto creare immagini simili nella mia città natale. A volte persino il paesaggio urbano di Tel Aviv diventa sfondo per i miei dipinti. L’anno scorso, ad esempio, ho dipinto un giovane nudo in piedi su un tetto, con le torri della città sullo sfondo.

Nelle tue ultime mostre, quali nuovi fili emotivi o concettuali stai intrecciando nei tuoi ritratti?

La mia più recente mostra personale a Tel Aviv, all’inizio del 2023, ha messo sotto i riflettori il rapporto tra l’uomo e i suoi vestiti: ho dipinto, ad esempio, un giovane che allunga la mano verso un maglione appoggiato su una sedia, oppure con scarpe e biancheria intima sparse sul pavimento. Questo mi ha dato l’opportunità di dipingere nature morte come parte della vita quotidiana di un uomo.

Yisrael Dror Hemed, Yellow Sweater, 2025, Oil on linen, 75 x 110 cm

Guardando alla scena artistica europea contemporanea — e ad artisti come Hockney, Richter o Borremans che ammiri — come vedi oggi il tuo lavoro in dialogo con il loro?

Trovo sempre incoraggiamento nella loro arte, e in un certo senso anche un sostegno emotivo. Se mettiamo da parte le opere erotiche del mondo antico (come gli affreschi romani di Pompei), possiamo dire che lavori rivoluzionari di artisti come Picasso, Freud, Hockney e Mapplethorpe hanno aperto la strada a pittori come me. Sono anche molto entusiasta di trovare ispirazione nell’arte queer che arriva da New York negli ultimi anni. Porta con sé un messaggio di liberalismo, compassione umana e libertà — valori di cui oggi abbiamo disperatamente bisogno.